Solidarietà a Hobo

#occupysfitto - un nostro contributo grafico

#occupysfitto – un nostro contributo grafico

È successo questa mattina: le forze del (dis)ordine hanno sgomberato i compagni e le compagne di Hobo che si erano giustamente riappropriati di un’aula abbandonata da circa dieci anni, nei locali di Psicologia in via Filippo Re.
Nuovamente i celerini vengono usati dalla prefettura e dalla direzione universitaria per zittire le esperienze autorganizzate degli studenti, che cercano di squarciare una didattica falsa e mercificata aprendo spazi autogestionari di condivisione di liberi saperi.
Infatti quello spazio era rinato dalla polvere ed è stato attraversato da dibattiti, assemblee, socialità e cultura; docenti, lavoratori e lavoratrici del Dipartimento hanno manifestato la loro solidarietà firmando una petizione in difesa di Hobo.
Ma la logica di mercato è autoritaria per sua natura quindi colpisce tutto ciò che è alternativo ad essa, per giunta con un attacco attuato vigliaccamente di sabato mattina, cioè quando la zona universitaria è quasi deserta.
Di cosa hanno paura Dionigi & company? Di vedere moltiplicarsi spazi di autonomia fuori dalle logiche autoritarie dell’accademia? Certo il rettore-sceriffo si contraddice quando dice «Maledetto carovita!» e poi cerca di mettere fine alle libertà di studentesse e studenti!
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà con le lotte di Hobo e porteremo a galla le contraddizioni dell’Università-azienda e del sistema che la genera.
Apriamo crepe all’interno di questa Università precaria e repressiva. Queste politiche securitarie avranno come solo effetto quello di moltiplicare il conflitto degli sfruttati e le esperienze di autogestione.

Questa voce è stata pubblicata in Comunicati, Nuove da Bologna e contrassegnata con , , , , , , , . Contrassegna il permalink.