L’Università è in crisi ormai palese e forse irreversibile: una crisi avviata dalla Riforma Berlinguer del 1999 (che ha istituito la laurea breve e il sistema dei crediti formativi) e culminata con la devastante Riforma Gelmini, secondo un progetto di “modernizzazione” che, lungo quattordici anni, ha distrutto la didattica degli atenei e tagliato le risorse per la ricerca e per il diritto allo studio.
Non si tratta di un fenomeno solo italiano, ma di un mutamento assai più vasto per cui le vecchie forme dello Stato si uniformano sempre più ai poteri privatistico-manageriali. Questo processo non è altro, infatti, che la sottomissione dell’Università ai criteri del modello neoliberale, dal momento che la produzione di conoscenza è asservita alla soddisfazione dei diktat della società di mercato.
Così, le università divengono centri di disciplinamento della conoscenza dove l’ideologia della valutazione informa una cultura che non contempla la libera ricerca e la produzione di saperi che favoriscano la trasformazione e il miglioramento delle condizioni della nostra esistenza. Agli spazi più duttili e aperti della formazione subentra oggi un giudizio di conformità a norme prestabilite e prescrittive, che si dichiarano “oggettive”, “neutre”.
Per questo il potere accademico diventa sempre più intollerante verso le attività autorganizzate degli studenti, verso le iniziative di autoformazione, l’esercizio libero della critica e l’occupazione di spazi universitari inutilizzati o sottoutilizzati.
Di ideologia della valutazione e di critica della cultura della meritocrazia, dei dispositivi di controllo che agiscono coattivamente nel ridisegnare la società della conoscenza, tratta il libro “Valutare e punire. Una critica della cultura della valutazione” (Napoli, Cronopio, 2012) che presenteremo con Valeria Pinto, autrice del testo e docente dell’Università Federico II di Napoli.
Interverrà inoltre Andrea Cavalletti, docente presso l’Università IUAV di Venezia, per dibattere assieme delle origini di questa società della conoscenza e della ideologia classista che vi soggiace, di cui le riforme sono espressione.
Giovedì 14 marzo, ore 17:00
Aula 4 (Facoltà di Scienze Politiche)
Strada Maggiore 45, Bologna
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