Regno Unito: Alfie e Zak assolti, due anni dopo

A più di due anni dalle grandi manifestazioni studentesche in Gran Bretagna contro i tagli e l’aumento delle tasse universitarie, sono stati assolti alcuni studenti, accusati di disordini violenti nel corso di quelle proteste.
Di seguito pubblichiamo la traduzione di un articolo di libcom.org sulla vicenda.

Alfie Meadows e Zac King non colpevoli – 2 anni, 3 mesi e 3 processi dopo

Alfie Meadows dopo l'operazione alla testa per il trauma avuto in seguito alle manganellate nel corso di una manifestazione studentesca

Alfie Meadows dopo l’operazione alla testa per il trauma provocato dalle manganellate ricevute durante la manifestazione studentesca del 9 dicembre 2010

Dopo anni di incertezze e due processi nulli, Alfie Meadows e Zak King sono stati ritenuti non colpevoli all’unanimità rispetto all’accusa di disordini violenti nel corso di una manifestazione contro le tasse universitarie e i tagli all’educazione del 9 dicembre 2010. Alfie è stato colpito così violentemente dalla polizia quel giorno che ha avuto bisogno di un intervento chirurgico d’urgenza della durata di 3 ore a causa di un’emorragia interna nella testa.

Quello che segue è il comunicato stampa di Defend the Right to Protest, che ha supportato incessantemente Zak, Alfie e altre vittime della violenza e delle persecuzioni poliziesche.

“La lotta per la giustizia per mio figlio è finalmente iniziata” (Susan Matthews, madre di Alfie Meadows).

Oggi una giuria ha emesso un verdetto unanime di assoluzione nei confronti di Alfie Meadows e Zak King, accusati di disordini violenti. Alfie e Zak erano tra le migliaia di studenti scesi in piazza il 9 dicembre 2010 contro il triplicare delle tasse universitarie, i tagli all’educazione superiore e agli assegni di mantenimento per l’educazione.

Zak e Alfie hanno dovuto aspettare più di due anni e passare attreaverso il calvario di tre processi per veder ripulito il loro nome.Nel frattempo, il processo ha richiesto un tributo pesante alle famiglie di Zak e Alfie, con Zak che ha dovuto vedere trascinato davanti alla corte il suo fratello più piccolo, imputato delle stesse false accuse.

Il processo ha anche evidenziato lo stesso modello di criminalizzazione e vittimizzazione da parte della polizia e del CPS [Crown Prosecution Service, la nostra Procura, NdT], che abbiamo visto in azione anche nei casi della tragedia di Hillsborough e dello sciopero dei minatori a Orgreave.

Alla stessa manifestazione, Alfie ha ricevuto una manganellata alla testa che ha richiesto un intervento chirurgico salvavita di urgenza. Mentre la polizia è finora sfuggita ad ogni forma di responsabilità per le loro azioni, Alfie era stato accusato di disordini violenti e ha dovuto lottare per ripulire il suo nome prima di iniziare finalmente a percorrere la strada verso la giustizia.

Dei 15 manifestanti che si sono dichiarati non colpevoli rispetto alle accuse di disordini violenti per la manifestazione del 9 dicembre 2010, fino ad ora 14 sono stati dichiarati non colpevoli. In un momento di tagli senza precedenti ai finanziamenti pubblici, è atroce che la polizia e la CPS abbiano sprecato denaro nel perseguimento della criminalizzazione di manifestanti.

Il processo ci ha permesso di esaminare ciò che è accaduto il giorno della protesta. I manifestanti pacifici e sottoposti a contenimento da parte della polizia [il cosidetto kettling NdT] sono stati caricati con i cavalli e soggetti ad un uso indiscriminato del manganello. Quando l’avvocato di Alfie, Carol Hawley, ha chiesto davanti ai giudici al’ufficiale Wood, responsabile dell’operazione di terra di quel giorno, se i manganelli erano stati usati come ultima risorsa, la sua risposta è stata che l’uso di una mitragliatrice contro i manifestanti sarebbe stata il ultima istanza. È emerso che la polizia ha anche considerato l’uso di proiettili di gomma contro gli studenti che manifestavano.

Il trattamento subito da Alfie e da altri studenti  è in netto contrasto con la mancata inchiesta per stabilire le responsabilità della polizia nell’usare tattiche violente e le ferite causate ai manifestanti. Sulla scia di questo verdetto ci viene ricordato che dobbiamo lottare insieme per difendere il nostro diritto a manifestare e per la giustizia di tutte le vittime della violenza poliziesca.

“La lotta per la giustizia per mio figlio è finalmente iniziata. L’intera famiglia ha attraversato due anni di agonia assoluta. Siamo stati messi a tacere su quello che era successo a nostro figlio. Ora possiamo passare alla questione fondamentale: avere giustizia per Alfie” (Susan Matthews, madre di Alfie).

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